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問題一覧
1
(57) Il medico Ippocrate di Cos, sostenendo che era necessario ricercare la cooperazione del paziente per vincere la malattia, anticipava il criterio che attualmente viene chiamato
alleanza terapeutica
2
(57) L’imperativo categorico, kantianamente inteso, è
l’idea della volontà di ogni essere di istituire una legge universale e sottoporsi ad essa
3
(57) In campo biomedico, il rispetto dell’autonomia obbliga i professionisti
a comunicare le informazioni al paziente, ad accertare la comprensione e la volontarietà, a garantire un’adeguata formazione delle decisioni
4
(58) Come intuito da Aristotele, la volontà rende l’uomo autore dei suoi atti. Condizione della volontarietà dell’azione è che essa
non sia sottoposta a costrizione
5
(58) L’autonomia come autodeterminazione può essere intesa in senso minimale come
quel livello minimo di esercizio delle capacità razionali per cui si può dire che l’individuo agisce liberamente ed è responsabile delle proprie azioni
6
(58) Joseph Fletcher nel 1954 pubblicò Medicine and Morals. In questo saggio egli affermava come principi per l’azione nel campo medico
la scelta personale come valore morale supremo e la lotta contro la natura come la missione più liberatoria della medicina
7
(59) Nel campo medico, al modello etico paternalistico si è sostituito
il modello etico “contrattuale”
8
(59) Quando il rapporto medico–paziente era caratterizzato da un’etica medica paternalistica, la relazione che si veniva ad instaurare era
palesemente asimmetrica, squilibrata
9
(59) Il principio per il quale solo il consenso espresso giustificava moralmente la ricerca sui soggetti umani e che “nella ricerca medica gli interessi della scienza e quelli della società non devono mai prevalere sul benessere del soggetto” venne inserito per la prima
nella Dichiarazione di Helsinki del 1964
10
(60) Il principio di autonomia del paziente può essere sintetizzato come
il diritto per ogni paziente di partecipare a ogni atto medico o di rifiutarlo, di scegliere se sottoporsi o meno alla cura e ai protocolli previsti, dopo essere stato debitamente informato degli scopi e del percorso dei trattamenti
11
(60) Emmanuel Mounier caratteristica fondamentale dell’essere umano è
la comunicazione
12
(60) Mounier elenca gli ostacoli che rendono difficile l’instaurarsi della relazione, che si possono applicare alla relazione tra medico e paziente. In primo luogo
il bisogno di possedere e sottomettere
13
(60) Tra gli ostacoli che rendono difficile l’instaurarsi della relazione tra medico e paziente Mounier individua anche
lo spirito di competizione
14
(60) L’ambito del rapporto tra medico e paziente trova il suo primo principio di riferimento nel Codice di deontologia medica, nel quale in generale si afferma
il dovere del medico di rispettare i diritti fondamentali della persona, qualunque sia la sua condizione
15
(61) H. T. Engelhardt sostiene che la libertà come capacità di scegliere si configuri come
la capacità di compiere una scelta razionale tra più alternative
16
(61) Per Mill l’autonomia si configura
come difesa delle scelte individuali, col solo limite del danno che possa derivarne ad altri
17
(62) Nel caso in cui il paziente sia minorenne ovvero incapace di intendere e di volere
il valido consenso dovrà esser prestato da chi ne esercita la potestà
18
(62) L’obbligo di acquisizione di un valido consenso informato vale
anche per le sperimentazioni cliniche
19
(62) Nel noto caso Montgomery v. Lanarkshire Health Board, la Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito
un dovere del medico di informare il paziente di tutti quei rischi connessi al trattamento medico che possano, una volta svelati al paziente, incidere sulle sue scelte terapeutiche
20
(62) L’articolo 32 della Costituzione stabilisce
che nessuno può essere sottoposto a un trattamento sanitario contro la sua volontà
21
(62) Per il medico sussiste un obbligo diretto all’informazione al paziente, nonché all’acquisizione del consenso informato, e tale obbligo ha natura
anche deontologica
22
(63) I documenti con i quali una persona capace esprime la sua volontà circa i trattamenti ai quali desidererebbe o no essere sottoposta nel caso in cui non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso informato sono
le dichiarazioni anticipate di trattamento
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(63) Tra le dichiarazioni anticipate possono annoverarsi
solo quelle che non contrastino col diritto positivo, con la deontologia medica e con le norme di buona pratica clinica
24
(63) Il Comitato Nazionale per la Bioetica il 18 dicembre 2003 ha reso un parere su un importante tema di bioetica
le dichiarazioni anticipate di trattamento
25
(64) Il consenso, oltre ad essere informato, deve essere manifesto, nel senso che
la manifestazione di volontà deve essere esplicita ed espressa in modo inequivocabile e non può mai essere presunta
26
(64) Il consenso deve essere informato, nel senso che si devono rispettare le caratteristiche di una corretta informazione che, a sua volta, deve essere comprensibile, ossia
espressa con linguaggio semplice e chiaro
27
(64) Il consenso deve essere informato, nel senso che si devono rispettare le caratteristiche di una corretta informazione che, a sua volta, deve essere obiettiva, ossia
basata su fonti validate o che godano di una legittimazione clinico-scientifica
28
(64) Il consenso, oltre ad essere informato, deve essere personale, nel senso che
ha titolo ad esprimere il consenso esclusivamente il paziente, salvi i casi di consenso espresso da altri soggetti per minorenni e interdetti e per le persone sottoposte ad una amministrazione di sostegno
29
(65) L’etica delle virtù intende il soggetto
come membro di una comunità, dalla quale trae le proprie convinzioni, e alla quale contribuisce con il proprio comportamento
30
(65) Le teorie liberali e libertarie si basano sull’idea che la bioetica sia
una forma di etica pubblica che riguarda prevalentemente le questioni di giustizia
31
(65) La teoria dei principi è un paradigma bioetico che ha avuto un enorme impatto nell’applicazione in campo sanitario e postula
i principi di autonomia, beneficialità, non-maleficienza, giustizia
32
(65) In ambito bioetico Hare difende una
prospettiva utilitarista
33
(66) La prospettiva meccanicistica del modo di intendere la vita
scorge tra vivente e non vivente solo una differenza quantitativa e non qualitativa, dovuta a una maggiore o minore complessità a livello meramente fisico-chimico
34
(66) Aristotele, il più tipico rappresentante del vitalismo, riconosce tre diversi gradi di anima. L’anima sensitiva era caratteristica
degli animali
35
(66) Dall’estratto dell’intervista col filosofo Jürgen Habermas ed il teorico del diritto Klaus Günther (Diritti fondamentali: “Nessun diritto fondamentale vale senza limiti”) emerge che
nessun diritto è privo di limiti
36
(67) Max Weber formulò l’etica della responsabilità. Secondo Weber chi agisce
non può ritenersi responsabile solo delle sue intenzioni ma anche delle conseguenze
37
(67) Linnda Caporeal ha definito il tecnomorfismo già nel 1986 come
la riduzione delle capacità cerebrali umane nell’adattamento al linguaggio dei computer
38
(67) Secondo Agazzi «la fiducia illimitata, l’ottimismo incrollabile, l’approvazione incondizionata […] della scienza e della tecnologia» erano stati sostituiti «da un atteggiamento piuttosto diffuso di diffidenza, paura» che conduceva
dallo scientismo all’antiscienza
39
(68) Schopenhauer definisce “le vie di liberazione dal dolore”. L’esperienza morale
deriva da una condivisione della propria condizione con gli altri, dalla partecipazione empatica ai dolori altrui, che sgorga da un sentimento di pietà
40
(68) Schopenhauer definisce “le vie di liberazione dal dolore”. L’esperienza ascetica
si attua attraverso la castità, la povertà, il digiuno, è l'esperienza del nulla, che permette di raggiungere uno stato d'animo paragonabile al Nirvana
41
(68) Le etiche kantiane e personaliste che pongono il valore morale dell’uomo rispettivamente nella sua razionalità e nella esistenza in vita
non consentono che sia il dolore a ridurre il valore della vita
42
(68) Quando si parla di dolore in bioetica, si intende innanzitutto
la coscienza del dolore
43
(68) Schopenhauer definisce “le vie di liberazione dal dolore”. L’esperienza estetica
è una forma libera, idealista, contemplativa
44
(69) L’eutanasia passiva è
la rinuncia ad avviare o sospensione di terapie di sostentamento vitale
45
(70) Il dualismo classico, con Platone, Aristotele, sant’Agostino e san Tommaso
afferma l’esistenza del binomio anima-corpo
46
(70) Come tutte le scienze empiriche, le nuove neuroscienze procedono con
il metodo riduttivo
47
(70) J. Eccles sottolinea come le teorie dominanti sul rapporto mente-cervello accettate oggi dai neuroscienziati siano puramente materialistiche, nel senso che
attribuiscono completo dominio al cervello
48
(71) Secondo il determinismo tutti i fenomeni del mondo sono collegati l’un l’altro e si verificano secondo un ordine necessario e invariabile
il che esclude la presenza del libero arbitrio
49
(71) Secondo la frenologia tutte le funzioni psichiche avrebbero una localizzazione celebrale
cui corrisponderebbero dei rilievi sulla teca cranica
50
(71) Spinoza rifiuta la distinzione cartesiana tra pensiero (spirito) ed estensione (materia), affermando che
tutto ciò che esiste può essere ricondotto a una sola sostanza, che egli chiamò Dio o Natura
51
(71) Il primo tentativo di investigare volizione e libero arbitrio attraverso il paradigma neuroscientifico è ascrivibile ai noti studi di
Libet
52
(72) Aristotele, nell’Etica Nicomachea spiega che un’azione per essere volontaria deve rispettare la condizione epistemica
per la quale l’agente deve essere consapevole di ciò che sta scegliendo o compiendo
53
(72) Mill si interroga sulla natura e sui limiti del potere che la società può esercitare sull’individuo e risponde formulando il principio del danno, per cui
l’intervento della società sarebbe giustificato solo quando la condotta di un individuo è tale da nuocere agli altri