暗記メーカー
ログイン
Diritto Penale 1
  • ユーザ名非公開

  • 問題数 100 • 2/9/2024

    記憶度

    完璧

    15

    覚えた

    35

    うろ覚え

    0

    苦手

    0

    未解答

    0

    アカウント登録して、解答結果を保存しよう

    問題一覧

  • 1

    LEZIONE 2 1. La differenza tra il mondo dei fatti e il mondo delle norme sta nella circostanza che

    I fatti riguardano degli accadimenti esterni e seguono le regole causali, mentre le norme imprimono ai fatti un modo di essere, pretendono la conformazione dei cittadini

  • 2

    LEZIONE 3 1. Il principio di frammentarietà significa che

    il ricorso allo strumento penale deve essere improntato all’extrema ratio, cioè devono essere puniti solo quei comportamenti che provocano un grave danno o pericolo per un determinato bene meritevole di tutela

  • 3

    LEZIONE 3 2. Il principio di sussidiarietà significa che

    si può ricorrere alle norme penali solo quando esse sono indispensabili poiché altri tipi di intervento sarebbero inefficaci per tutelare un determinato bene

  • 4

    LEZIONE 3 3. L’illuminismo giuridico

    poneva al centro del sistema penale l’esigenza che sia i fatti che le pene fossero predeterminate

  • 5

    LEZIONE 4 1. La legiferazione mediante decreto legislativo in materia penale

    è ammessa in quanto il Parlamento detta al Governo le linee guida (legge delega) per poter disciplinare determinate materie del diritto penale che richiedono un alto grado di tecnicismo

  • 6

    LEZIONE 4 2. I regolamenti comunitari in materia penale

    vincolano il giudice interno, il quale in caso di contrasto dovrà disapplicare la norma interna a favore di quella comunitaria

  • 7

    LEZIONE 4 3. Le norme penali in bianco

    soddisfano il principio di legalità in quanto il precetto viene disciplinato dal legislatore, mentre un atto di fonte secondaria particolareggia il contenuto del precetto già individuato

  • 8

    LEZIONE 4 4. Il principio di legalità in materia penale espresso dagli articoli 25 cost e 2 c.p.

    prevede che sia i fatti penalmente rilevanti che le pene devono essere espressamente e previamente previste dalla legge

  • 9

    LEZIONE 4 5. Il principio di legalità

    subordina alla legge l’esercizio del potere

  • 10

    LEZIONE 5 1. Il principio di tassatività

    riguarda il momento di interpretazione della norma penale

  • 11

    LEZIONE 5 2. L’articolo 27 comma 1 cost. sancisce che

    la responsabilità penale è personale

  • 12

    LEZIONE 5 3. Le fonti comunitarie in materia penale

    in forza della articolo 10 Cost. sono efficaci anche per il diritto interno

  • 13

    LEZIONE 5 4. La norma penale ha ad oggetto

    la tutela di un valore di interesse pubblico

  • 14

    LEZIONE 5 5. Le norme penali incriminatrici sono di stretta interpretazione e quindi

    non vi è spazio per interpretazioni analogiche

  • 15

    LEZIONE 5 6. In ossequio al principio di tassatività il giudice

    deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia identico al fatto concretamente realizzato

  • 16

    LEZIONE 5 7. Il principio di determinatezza

    si ricava dall’articolo 1 c.p. nella parte in cui afferma che parla di “fatto espressamente preveduto dalla legge come reato”

  • 17

    LEZIONE 5 8. Il principio di determinatezza costituisce un corollario del principio di legalità

    poiché chiede che la legge nel prevedere un reato deve descrivere un fatto storico suscettibile di accadimento esteriore

  • 18

    LEZIONE 5 9. Il principio di determinatezza si rivolge a

    al legislatore, il quale nel legiferare in materia penale deve disciplinare dei fatti concreti di verificazione esterna e non meri propositi

  • 19

    LEZIONE 6 1. L’analogia in bonam parte in materia penale

    è ammessa solo con riferimento alle norme permissive che vanno a favore del reo

  • 20

    LEZIONE 6 2. Il nostro codice penale aderisce

    alla concezione formale del reato

  • 21

    LEZIONE 6 3. In diritto penale, con riferimento alle norme incriminatrici, l’analogia

    è sempre vietata

  • 22

    LEZIONE 6 4. L’utilizzo dei decreti legge in materia penale

    è consentito nella misura in cui ricorrano gli estremi dell’urgenza di cui all’articolo 77 cost. e gli stessi perdono efficacia quando non vengono convertiti in legge

  • 23

    LEZIONE 6 5. Nel rispetto del principio di offensività

    il legislatore deve individuare all’interno del catalogo costituzionale i beni oggetto di tutela e dunque disporre delle incriminazioni che effettivamente ledono o mettono in pericolo tali beni

  • 24

    LEZIONE 6 6. La riserva di legge in materia penale

    è assoluta, nel senso che solo il Parlamento può emanare norme in materia penale

  • 25

    LEZIONE 6 7. Con riferimento alle norme penali più favorevoli al reo, il principio di irretroattività in materia penale

    in deroga a tale principio si applica la sopravvenuta e più favorevole disposizione

  • 26

    LEZIONE 6 8. Coloro che sono contrari all’analogia in bonam partem in materia penale sostengono che

    essa non può mai trovare applicazione posto che si rischierebbe di disapplicare in modo arbitrario le norme incriminatrici in violazione del principio della certezza del diritto

  • 27

    LEZIONE 6 9. L’irretroattività in materia penale

    rappresenta un principio corollario di quello di legalità, in quanto garantisce il reo che può essere punito da una legge penale solo per fatti successivi

  • 28

    LEZIONE 6 10. Ai sensi dell’articolo 14 prel., in materia penale l’analogia

    è vietata

  • 29

    LEZIONE 6 11. Per alcuni autori l’analogia in bonam partem

    è ammessa con riferimento alle norme penali che sono favorevoli al reo

  • 30

    LEZIONE 7 1. Il principio di materialità non trova applicazione

    con riferimento all’applicazione delle misure di sicurezza in ordine alle ipotesi di cui agli articoli 49 e 115 c.p.

  • 31

    LEZIONE 7 2. Il bene giuridico oggetto di tutela penale

    deve avere un referente esplicito od implicito nella Costituzione, fungendo così da limite per il legislatore

  • 32

    LEZIONE 7 3. Il principio di materialità presuppone che

    si possano incriminare solo fatti percepibili dai sensi

  • 33

    LEZIONE 8 1. Con la sentenza 42/1965 la Corte Costituzionale ha affermato che

    ai fini della responsabilità penale non è sufficiente il mero nesso causale tra fatti e autore ma occorre anche un legame di natura psichica tra la condotta e le sue conseguenze

  • 34

    LEZIONE 8 2. L’articolo 27 comma 1 cost. sancisce che

    la responsabilità penale è personale

  • 35

    LEZIONE 8 3. La responsabilità oggettiva è

    una delle forme di imputazione della responsabilità penale previste dal nostro codice e consiste nel mero legame causale tra il fatto realizzato e l’autore dello stesso

  • 36

    LEZIONE 8 4. Ai sensi dell’articolo 27 comma 3 cost. la pena deve essere finalizzata

    alla rieducazione del reo

  • 37

    LEZIONE 8 5. Con le sentenze 364/1988 e 1085/1988 la Corte Costituzionale affermò

    il principio della responsabilità personale e colpevole, per cui oltre al legame causale occorre che vi sia anche un legame psicologico, individuato quanto meno nella colpa, tra il fatto e l’autore del reato

  • 38

    LEZIONE 10 1. La legge penale abrogata

    continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza se è più favorevole al reo

  • 39

    LEZIONE 10 2. L’articolo 2 comma 4 c.p. stabilisce che

    se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono più favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile

  • 40

    LEZIONE 10 3. L’abolitio criminis riguarda

    l’ipotesi in cui un fatto prima preveduto dalla legge penale come reato, non viene più previsto come tale da una legge posteriore

  • 41

    LEZIONE 10 4. Ai sensi dell’articolo 2 comma 1 c.p.

    nessuno può essere punito per un fatto che secondo la legge del tempo in cui fu commesso non costituiva reato

  • 42

    LEZIONE 11 1. La legge penale entrata in vigore successivamente alla commissione del fatto illecito

    si applica anche ai fatti puniti da una precedente legge penale se quest’ultima risulta più sfavorevole al reo e non vi è stata sentenza di condanna definitiva

  • 43

    LEZIONE 11 2. In caso di abolizione della legge penale

    se precedentemente vi è stata condanna, ne cessano gli effetti anche laddove vi sia stata sentenza passata in giudicato

  • 44

    LEZIONE 11 3. In caso di modifica della legge penale

    la sua applicazione trova un limite nel passaggio in giudicato della sentenza

  • 45

    LEZIONE 12 1. La modifica delle leggi penali interpretative

    soggiace al regime della successione delle leggi penali nel tempo in quanto si tratta di norme che producono effetti penali

  • 46

    LEZIONE 12 2. In tema di successione di leggi processuali penali

    si applica la disciplina del tempus regit actum, cioè quella della legge vigente al momento di applicazione della norma

  • 47

    LEZIONE 12 3. L’articolo 133 c.p. riguarda

    l’individuazione dei criteri cui il giudice deve tener conto nella commisurazione della pena, una volta accertata la sussistenza di un fatto di reato

  • 48

    LEZIONE 13 1. L’istituto dell’estradizione

    mira ad assicurare la presenza del reo nel territorio dello Stato che intenda procedere penalmente contro di lui

  • 49

    LEZIONE 13 2. Il mandato di arresto europeo consiste

    in una decisione giudiziaria emessa da una autorità di uno Stato membro dell’Unione Europea, denominato Stato membro di emissione, in vista dell’arresto e della consegna di una persona da parte di altro Stato membro (denominato Stato membro d’esecuzione) al fine dell’esercizio di azioni giudiziarie in materia penale o dell’esecuzione di una pena o misura sicurezza privativa della libertà personale

  • 50

    LEZIONE 13 3. L’estradizione è esclusa

    per i delitti politici nei confronti del cittadino o di chi gode lo status di rifugiato, ovvero quando vi è il rischio di applicazione della pena di morte

  • 51

    LEZIONE 13 4. Ai sensi dell’art. 6 c.p. il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando

    l’azione o l’omissione che lo costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte ovvero si è ivi verificato l’evento che è la conseguenza dell’azione od omissione

  • 52

    LEZIONE 13 5. Il momento consumativo del reato coincide con

    con il luogo dove si è svolta l’azione od omissione

  • 53

    LEZIONE 14 1. Le norme incriminatrici sono quelle norme che

    istituiscono un obbligo, la cui violazione determina la commissione dell’illecito da cui deriva la necessaria risposta da parte dello Stato, la pena

  • 54

    LEZIONE 14 2. Quando non è in grado di ricondurre un fatto ad una norma penale, il giudice

    deve assolvere l’imputato perché il fatto non è previsto dalla legge come reato

  • 55

    LEZIONE 14 3. Durante l’interpretazione della legge penale, il giudice

    deve verificare l’esatta identità tra il fatto descritto dalla norma e quello realizzato dall’imputato

  • 56

    LEZIONE 15 1. L’ignoranza della legge penale è inevitabile quando

    quando il soggetto per circostanze di natura oggettiva era impossibilitato a conoscere il contenuto della norma

  • 57

    LEZIONE 15 2. Le norme penali incriminatrici

    stabiliscono un precetto

  • 58

    LEZIONE 15 3. L’articolo 56 c.p. rappresenta

    una norma incriminatrice, la cui entità viene data dalla combinazione di due elementi, contenuti in due disposizioni diverse del codice

  • 59

    LEZIONE 15 4. Ai sensi dell’articolo 5 c.p., l’ignoranza della legge penale

    non scusa salvo che si tratti di ignoranza inevitabile

  • 60

    LEZIONE 16 1. Nel giudizio di tipicità il giudice

    valuta l’esatta rispondenza tra il fatto concretamente realizzato e quello astrattamente descritto dalla norma incriminatrice

  • 61

    LEZIONE 16 2. Nelle norme incriminatrici a forma libera la condotta vietata

    può essere di qualsiasi tipo, basta che sia causalmente idonea a cagionare l’evento tipico

  • 62

    LEZIONE 16 3. Nelle norme incriminatrici a forma vincolata

    il legislatore individua specificamente le condotte che intende perseguire

  • 63

    LEZIONE 17 1. L’articolo 132-bis c.p. disciplina

    la non punibilità per ipotesi di particolare tenuità del fatto

  • 64

    LEZIONE 18 1. Nelle norme interpretative suppletive

    il legislatore indica il percorso interpretativo da seguire nell’interpretare la norma

  • 65

    LEZIONE 18 2. Nelle norme di interpretazione autentica

    è il legislatore che diffidando di possibili errori interpretativi ne da il significato autentico ad una disposizione

  • 66

    LEZIONE 19 1. Con riferimento alle cause di giustificazione, l’analogia in bonam partem è problematica

    si, poiché c’è il rischio di minare il principio di tassatività, posto che la loro funzione è quella di disapplicare le norme penali

  • 67

    LEZIONE 19 2. L’articolo 14 delle preleggi stabilisce

    il divieto di analogia in materia penale

  • 68

    LEZIONE 19 3. L’analogia in bonam partem riguarda

    la possibilità di ricorrere all’analogia con riferimento alle norme penali che vanno a favore del reo

  • 69

    LEZIONE 20 1. Con riferimento alle persone non imputabili che hanno commesso un reato, la pericolosità sociale

    deve essere accertata caso per caso

  • 70

    LEZIONE 20 1. La distinzione tra delitti e contravvenzioni

    si ricava avendo riguardo alle conseguenze giuridiche previste dal legislatore per il singolo reato

  • 71

    LEZIONE 20 3. Lo scopo del diritto penale è

    il contrasto al male sociale (il reato), in un’ottica di prevenzione generale e non mera punizione del trasgressore (prevenzione speciale)

  • 72

    LEZIONE 20 4. Per la legge italiana, il minore di 14 anni

    è sempre considerato incapace di intendere e di volere

  • 73

    LEZIONE 20 5. L’imputabilità sussiste

    se vi è sia la capacità di intendere che di volere

  • 74

    LEZIONE 20 6. L’imputabilità è un concetto

    normativo, cioè disciplinato dalla legge e che non sempre coincide con quello naturalistico

  • 75

    LEZIONE 20 7. L’imputabilità riguarda

    la capacità di intendere e di volere del reo

  • 76

    LEZIONE 20 8. La pericolosità sociale si fonda

    in un giudizio prognostico circa la probabilità che il soggetto possa compiere altri reati

  • 77

    LEZIONE 29 9. La definizione di reato

    è di natura formale e giuridica

  • 78

    LEZIONE 20 10. Le misure di sicurezza si applicano

    ad un soggetto che abbia commesso un reato e che sia al contempo pericoloso

  • 79

    LEZIONE 21 1. L’ubriachezza o l’intossicazione, quando sono croniche

    escludono l’imputabilità, ma al reo possono applicarsi le misure di sicurezza laddove si tratti di un soggetto pericoloso

  • 80

    LEZIONE 21 2. Ai sensi dell’articolo 90 c.p., gli stati emotivi e passionali che escludono di fatto la capacità di intendere e di volere

    non rilevano ai fini dell’esclusione dell’imputabilità

  • 81

    LEZIONE 21 3. L’imputabilità del maggiore di 14 anni ma minore di 18

    viene stabilita caso per caso

  • 82

    LEZIONE 21 4. L’infermità mentale

    esclude l’imputabilità se vi è una totale incapacità di intendere e di volere

  • 83

    LEZIONE 21 5. L’imputabilità del minore di anni 14

    è sempre esclusa, nel senso che vi è una presunzione di legge in merito alla sua incapacità di intendere e di volere

  • 84

    LEZIONE 21 6. L’infermità totale dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti o ubriachezza

    non esclude l’imputabilità, salvo che si tratti di stato di necessità o forza maggiore

  • 85

    LEZIONE 22 1. La differenza tra imputabilità e capacità processuale sta nel fatto che

    la prima attiene alla capacità del reo nel momento della realizzazione del fatto mentre la seconda al momento dello svolgimento del processo

  • 86

    LEZIONE 22 2. La capacità a delinquere

    va valutata con riferimento al fatto commesso dal reo, nonché alla sua capacità di realizzare nuovi reati in futuro

  • 87

    LEZIONE 23 1. Ai fini della configurazione di un reato occorre

    che sussista un fatto, antigiuridico e colpevole

  • 88

    LEZIONE 23 2. L’antigiuridicità attiene

    al conflitto tra un fatto e una norma che lo vieta

  • 89

    LEZIONE 23 3. Gli elementi essenziali del reato sono

    il fatto, l’assenza di cause che escludono l’antigiuridicità e la colpevolezza

  • 90

    LEZIONE 23 4. Il fatto

    riguarda un accadimento storico

  • 91

    LEZIONE 23 5. Con il termine struttura del reato si intende

    l’insieme degli elementi essenziali per la configurazione del reato stesso

  • 92

    LEZIONE 24 1. L’elemento oggettivo del reato è composto da

    condotta, nesso causale ed eventi (nonché l’assenza di elementi di esclusione dell’antigiuridicità, per i sostenitori della teoria bipartita)

  • 93

    LEZIONE 24 2. Per la teoria tripartita, l’antigiuridicità

    rappresenta un elemento assestante nella struttura del reato

  • 94

    LEZIONE 24 3. Per la teoria bipartita, l’antigiuridicità

    rappresenta l’insieme degli elementi negativi che non devono sussistere ai fini della configurazione del reato

  • 95

    LEZIONE 25 1. Ai sensi dell’articolo 40 c.p.

    deve sussistere un rapporto di causalità tra l’evento e la condotta

  • 96

    LEZIONE 25 2. Il nesso causale rappresenta

    il rapporto di causa ed effetto tra la condotta e l’evento

  • 97

    LEZIONE 25 3. Nei reati a forma libera

    è tipica quella condotta idonea a produrre l’evento

  • 98

    LEZIONE 25 4. Ai sensi dell’articolo 40 comma 2 c.p., nei reati omissivi impropri la fonte dell’obbligo di attivarsi

    in qualsiasi atto giuridico (legge, regolamento, contratto ecc.)

  • 99

    LEZIONE 25 5. La condotta penalmente rilevante consiste

    in un fare o non fare (in un’azione o un’omissione)

  • 100

    LEZIONE 25 6. Nei reati omissivi, l’obbligo di tenere una determinata condotta

    deve essere individuato in qualsiasi fonte giuridica