問題一覧
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LEZIONE 2 1. La differenza tra il mondo dei fatti e il mondo delle norme sta nella circostanza che
I fatti riguardano degli accadimenti esterni e seguono le regole causali, mentre le norme imprimono ai fatti un modo di essere, pretendono la conformazione dei cittadini
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LEZIONE 3 1. Il principio di frammentarietà significa che
il ricorso allo strumento penale deve essere improntato all’extrema ratio, cioè devono essere puniti solo quei comportamenti che provocano un grave danno o pericolo per un determinato bene meritevole di tutela
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LEZIONE 3 2. Il principio di sussidiarietà significa che
si può ricorrere alle norme penali solo quando esse sono indispensabili poiché altri tipi di intervento sarebbero inefficaci per tutelare un determinato bene
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LEZIONE 3 3. L’illuminismo giuridico
poneva al centro del sistema penale l’esigenza che sia i fatti che le pene fossero predeterminate
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LEZIONE 4 1. La legiferazione mediante decreto legislativo in materia penale
è ammessa in quanto il Parlamento detta al Governo le linee guida (legge delega) per poter disciplinare determinate materie del diritto penale che richiedono un alto grado di tecnicismo
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LEZIONE 4 2. I regolamenti comunitari in materia penale
vincolano il giudice interno, il quale in caso di contrasto dovrà disapplicare la norma interna a favore di quella comunitaria
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LEZIONE 4 3. Le norme penali in bianco
soddisfano il principio di legalità in quanto il precetto viene disciplinato dal legislatore, mentre un atto di fonte secondaria particolareggia il contenuto del precetto già individuato
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LEZIONE 4 4. Il principio di legalità in materia penale espresso dagli articoli 25 cost e 2 c.p.
prevede che sia i fatti penalmente rilevanti che le pene devono essere espressamente e previamente previste dalla legge
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LEZIONE 4 5. Il principio di legalità
subordina alla legge l’esercizio del potere
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LEZIONE 5 1. Il principio di tassatività
riguarda il momento di interpretazione della norma penale
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LEZIONE 5 2. L’articolo 27 comma 1 cost. sancisce che
la responsabilità penale è personale
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LEZIONE 5 3. Le fonti comunitarie in materia penale
in forza della articolo 10 Cost. sono efficaci anche per il diritto interno
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LEZIONE 5 4. La norma penale ha ad oggetto
la tutela di un valore di interesse pubblico
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LEZIONE 5 5. Le norme penali incriminatrici sono di stretta interpretazione e quindi
non vi è spazio per interpretazioni analogiche
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LEZIONE 5 6. In ossequio al principio di tassatività il giudice
deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia identico al fatto concretamente realizzato
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LEZIONE 5 7. Il principio di determinatezza
si ricava dall’articolo 1 c.p. nella parte in cui afferma che parla di “fatto espressamente preveduto dalla legge come reato”
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LEZIONE 5 8. Il principio di determinatezza costituisce un corollario del principio di legalità
poiché chiede che la legge nel prevedere un reato deve descrivere un fatto storico suscettibile di accadimento esteriore
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LEZIONE 5 9. Il principio di determinatezza si rivolge a
al legislatore, il quale nel legiferare in materia penale deve disciplinare dei fatti concreti di verificazione esterna e non meri propositi
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LEZIONE 6 1. L’analogia in bonam parte in materia penale
è ammessa solo con riferimento alle norme permissive che vanno a favore del reo
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LEZIONE 6 2. Il nostro codice penale aderisce
alla concezione formale del reato
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LEZIONE 6 3. In diritto penale, con riferimento alle norme incriminatrici, l’analogia
è sempre vietata
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LEZIONE 6 4. L’utilizzo dei decreti legge in materia penale
è consentito nella misura in cui ricorrano gli estremi dell’urgenza di cui all’articolo 77 cost. e gli stessi perdono efficacia quando non vengono convertiti in legge
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LEZIONE 6 5. Nel rispetto del principio di offensività
il legislatore deve individuare all’interno del catalogo costituzionale i beni oggetto di tutela e dunque disporre delle incriminazioni che effettivamente ledono o mettono in pericolo tali beni
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LEZIONE 6 6. La riserva di legge in materia penale
è assoluta, nel senso che solo il Parlamento può emanare norme in materia penale
25
LEZIONE 6 7. Con riferimento alle norme penali più favorevoli al reo, il principio di irretroattività in materia penale
in deroga a tale principio si applica la sopravvenuta e più favorevole disposizione
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LEZIONE 6 8. Coloro che sono contrari all’analogia in bonam partem in materia penale sostengono che
essa non può mai trovare applicazione posto che si rischierebbe di disapplicare in modo arbitrario le norme incriminatrici in violazione del principio della certezza del diritto
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LEZIONE 6 9. L’irretroattività in materia penale
rappresenta un principio corollario di quello di legalità, in quanto garantisce il reo che può essere punito da una legge penale solo per fatti successivi
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LEZIONE 6 10. Ai sensi dell’articolo 14 prel., in materia penale l’analogia
è vietata
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LEZIONE 6 11. Per alcuni autori l’analogia in bonam partem
è ammessa con riferimento alle norme penali che sono favorevoli al reo
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LEZIONE 7 1. Il principio di materialità non trova applicazione
con riferimento all’applicazione delle misure di sicurezza in ordine alle ipotesi di cui agli articoli 49 e 115 c.p.
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LEZIONE 7 2. Il bene giuridico oggetto di tutela penale
deve avere un referente esplicito od implicito nella Costituzione, fungendo così da limite per il legislatore
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LEZIONE 7 3. Il principio di materialità presuppone che
si possano incriminare solo fatti percepibili dai sensi
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LEZIONE 8 1. Con la sentenza 42/1965 la Corte Costituzionale ha affermato che
ai fini della responsabilità penale non è sufficiente il mero nesso causale tra fatti e autore ma occorre anche un legame di natura psichica tra la condotta e le sue conseguenze
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LEZIONE 8 2. L’articolo 27 comma 1 cost. sancisce che
la responsabilità penale è personale
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LEZIONE 8 3. La responsabilità oggettiva è
una delle forme di imputazione della responsabilità penale previste dal nostro codice e consiste nel mero legame causale tra il fatto realizzato e l’autore dello stesso
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LEZIONE 8 4. Ai sensi dell’articolo 27 comma 3 cost. la pena deve essere finalizzata
alla rieducazione del reo
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LEZIONE 8 5. Con le sentenze 364/1988 e 1085/1988 la Corte Costituzionale affermò
il principio della responsabilità personale e colpevole, per cui oltre al legame causale occorre che vi sia anche un legame psicologico, individuato quanto meno nella colpa, tra il fatto e l’autore del reato
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LEZIONE 10 1. La legge penale abrogata
continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza se è più favorevole al reo
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LEZIONE 10 2. L’articolo 2 comma 4 c.p. stabilisce che
se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono più favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile
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LEZIONE 10 3. L’abolitio criminis riguarda
l’ipotesi in cui un fatto prima preveduto dalla legge penale come reato, non viene più previsto come tale da una legge posteriore
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LEZIONE 10 4. Ai sensi dell’articolo 2 comma 1 c.p.
nessuno può essere punito per un fatto che secondo la legge del tempo in cui fu commesso non costituiva reato
42
LEZIONE 11 1. La legge penale entrata in vigore successivamente alla commissione del fatto illecito
si applica anche ai fatti puniti da una precedente legge penale se quest’ultima risulta più sfavorevole al reo e non vi è stata sentenza di condanna definitiva
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LEZIONE 11 2. In caso di abolizione della legge penale
se precedentemente vi è stata condanna, ne cessano gli effetti anche laddove vi sia stata sentenza passata in giudicato
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LEZIONE 11 3. In caso di modifica della legge penale
la sua applicazione trova un limite nel passaggio in giudicato della sentenza
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LEZIONE 12 1. La modifica delle leggi penali interpretative
soggiace al regime della successione delle leggi penali nel tempo in quanto si tratta di norme che producono effetti penali
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LEZIONE 12 2. In tema di successione di leggi processuali penali
si applica la disciplina del tempus regit actum, cioè quella della legge vigente al momento di applicazione della norma
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LEZIONE 12 3. L’articolo 133 c.p. riguarda
l’individuazione dei criteri cui il giudice deve tener conto nella commisurazione della pena, una volta accertata la sussistenza di un fatto di reato
48
LEZIONE 13 1. L’istituto dell’estradizione
mira ad assicurare la presenza del reo nel territorio dello Stato che intenda procedere penalmente contro di lui
49
LEZIONE 13 2. Il mandato di arresto europeo consiste
in una decisione giudiziaria emessa da una autorità di uno Stato membro dell’Unione Europea, denominato Stato membro di emissione, in vista dell’arresto e della consegna di una persona da parte di altro Stato membro (denominato Stato membro d’esecuzione) al fine dell’esercizio di azioni giudiziarie in materia penale o dell’esecuzione di una pena o misura sicurezza privativa della libertà personale
50
LEZIONE 13 3. L’estradizione è esclusa
per i delitti politici nei confronti del cittadino o di chi gode lo status di rifugiato, ovvero quando vi è il rischio di applicazione della pena di morte
51
LEZIONE 13 4. Ai sensi dell’art. 6 c.p. il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando
l’azione o l’omissione che lo costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte ovvero si è ivi verificato l’evento che è la conseguenza dell’azione od omissione
52
LEZIONE 13 5. Il momento consumativo del reato coincide con
con il luogo dove si è svolta l’azione od omissione
53
LEZIONE 14 1. Le norme incriminatrici sono quelle norme che
istituiscono un obbligo, la cui violazione determina la commissione dell’illecito da cui deriva la necessaria risposta da parte dello Stato, la pena
54
LEZIONE 14 2. Quando non è in grado di ricondurre un fatto ad una norma penale, il giudice
deve assolvere l’imputato perché il fatto non è previsto dalla legge come reato
55
LEZIONE 14 3. Durante l’interpretazione della legge penale, il giudice
deve verificare l’esatta identità tra il fatto descritto dalla norma e quello realizzato dall’imputato
56
LEZIONE 15 1. L’ignoranza della legge penale è inevitabile quando
quando il soggetto per circostanze di natura oggettiva era impossibilitato a conoscere il contenuto della norma
57
LEZIONE 15 2. Le norme penali incriminatrici
stabiliscono un precetto
58
LEZIONE 15 3. L’articolo 56 c.p. rappresenta
una norma incriminatrice, la cui entità viene data dalla combinazione di due elementi, contenuti in due disposizioni diverse del codice
59
LEZIONE 15 4. Ai sensi dell’articolo 5 c.p., l’ignoranza della legge penale
non scusa salvo che si tratti di ignoranza inevitabile
60
LEZIONE 16 1. Nel giudizio di tipicità il giudice
valuta l’esatta rispondenza tra il fatto concretamente realizzato e quello astrattamente descritto dalla norma incriminatrice
61
LEZIONE 16 2. Nelle norme incriminatrici a forma libera la condotta vietata
può essere di qualsiasi tipo, basta che sia causalmente idonea a cagionare l’evento tipico
62
LEZIONE 16 3. Nelle norme incriminatrici a forma vincolata
il legislatore individua specificamente le condotte che intende perseguire
63
LEZIONE 17 1. L’articolo 132-bis c.p. disciplina
la non punibilità per ipotesi di particolare tenuità del fatto
64
LEZIONE 18 1. Nelle norme interpretative suppletive
il legislatore indica il percorso interpretativo da seguire nell’interpretare la norma
65
LEZIONE 18 2. Nelle norme di interpretazione autentica
è il legislatore che diffidando di possibili errori interpretativi ne da il significato autentico ad una disposizione
66
LEZIONE 19 1. Con riferimento alle cause di giustificazione, l’analogia in bonam partem è problematica
si, poiché c’è il rischio di minare il principio di tassatività, posto che la loro funzione è quella di disapplicare le norme penali
67
LEZIONE 19 2. L’articolo 14 delle preleggi stabilisce
il divieto di analogia in materia penale
68
LEZIONE 19 3. L’analogia in bonam partem riguarda
la possibilità di ricorrere all’analogia con riferimento alle norme penali che vanno a favore del reo
69
LEZIONE 20 1. Con riferimento alle persone non imputabili che hanno commesso un reato, la pericolosità sociale
deve essere accertata caso per caso
70
LEZIONE 20 1. La distinzione tra delitti e contravvenzioni
si ricava avendo riguardo alle conseguenze giuridiche previste dal legislatore per il singolo reato
71
LEZIONE 20 3. Lo scopo del diritto penale è
il contrasto al male sociale (il reato), in un’ottica di prevenzione generale e non mera punizione del trasgressore (prevenzione speciale)
72
LEZIONE 20 4. Per la legge italiana, il minore di 14 anni
è sempre considerato incapace di intendere e di volere
73
LEZIONE 20 5. L’imputabilità sussiste
se vi è sia la capacità di intendere che di volere
74
LEZIONE 20 6. L’imputabilità è un concetto
normativo, cioè disciplinato dalla legge e che non sempre coincide con quello naturalistico
75
LEZIONE 20 7. L’imputabilità riguarda
la capacità di intendere e di volere del reo
76
LEZIONE 20 8. La pericolosità sociale si fonda
in un giudizio prognostico circa la probabilità che il soggetto possa compiere altri reati
77
LEZIONE 29 9. La definizione di reato
è di natura formale e giuridica
78
LEZIONE 20 10. Le misure di sicurezza si applicano
ad un soggetto che abbia commesso un reato e che sia al contempo pericoloso
79
LEZIONE 21 1. L’ubriachezza o l’intossicazione, quando sono croniche
escludono l’imputabilità, ma al reo possono applicarsi le misure di sicurezza laddove si tratti di un soggetto pericoloso
80
LEZIONE 21 2. Ai sensi dell’articolo 90 c.p., gli stati emotivi e passionali che escludono di fatto la capacità di intendere e di volere
non rilevano ai fini dell’esclusione dell’imputabilità
81
LEZIONE 21 3. L’imputabilità del maggiore di 14 anni ma minore di 18
viene stabilita caso per caso
82
LEZIONE 21 4. L’infermità mentale
esclude l’imputabilità se vi è una totale incapacità di intendere e di volere
83
LEZIONE 21 5. L’imputabilità del minore di anni 14
è sempre esclusa, nel senso che vi è una presunzione di legge in merito alla sua incapacità di intendere e di volere
84
LEZIONE 21 6. L’infermità totale dovuta all’assunzione di sostanze stupefacenti o ubriachezza
non esclude l’imputabilità, salvo che si tratti di stato di necessità o forza maggiore
85
LEZIONE 22 1. La differenza tra imputabilità e capacità processuale sta nel fatto che
la prima attiene alla capacità del reo nel momento della realizzazione del fatto mentre la seconda al momento dello svolgimento del processo
86
LEZIONE 22 2. La capacità a delinquere
va valutata con riferimento al fatto commesso dal reo, nonché alla sua capacità di realizzare nuovi reati in futuro
87
LEZIONE 23 1. Ai fini della configurazione di un reato occorre
che sussista un fatto, antigiuridico e colpevole
88
LEZIONE 23 2. L’antigiuridicità attiene
al conflitto tra un fatto e una norma che lo vieta
89
LEZIONE 23 3. Gli elementi essenziali del reato sono
il fatto, l’assenza di cause che escludono l’antigiuridicità e la colpevolezza
90
LEZIONE 23 4. Il fatto
riguarda un accadimento storico
91
LEZIONE 23 5. Con il termine struttura del reato si intende
l’insieme degli elementi essenziali per la configurazione del reato stesso
92
LEZIONE 24 1. L’elemento oggettivo del reato è composto da
condotta, nesso causale ed eventi (nonché l’assenza di elementi di esclusione dell’antigiuridicità, per i sostenitori della teoria bipartita)
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LEZIONE 24 2. Per la teoria tripartita, l’antigiuridicità
rappresenta un elemento assestante nella struttura del reato
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LEZIONE 24 3. Per la teoria bipartita, l’antigiuridicità
rappresenta l’insieme degli elementi negativi che non devono sussistere ai fini della configurazione del reato
95
LEZIONE 25 1. Ai sensi dell’articolo 40 c.p.
deve sussistere un rapporto di causalità tra l’evento e la condotta
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LEZIONE 25 2. Il nesso causale rappresenta
il rapporto di causa ed effetto tra la condotta e l’evento
97
LEZIONE 25 3. Nei reati a forma libera
è tipica quella condotta idonea a produrre l’evento
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LEZIONE 25 4. Ai sensi dell’articolo 40 comma 2 c.p., nei reati omissivi impropri la fonte dell’obbligo di attivarsi
in qualsiasi atto giuridico (legge, regolamento, contratto ecc.)
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LEZIONE 25 5. La condotta penalmente rilevante consiste
in un fare o non fare (in un’azione o un’omissione)
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LEZIONE 25 6. Nei reati omissivi, l’obbligo di tenere una determinata condotta
deve essere individuato in qualsiasi fonte giuridica