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DIRITTO PENALE (matilde)
  • Matilde Munari

  • 問題数 310 • 1/3/2024

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    問題一覧

  • 1

    2.01 La differenza tra il mondo dei fatti e il mondo delle norme sta nella circostanza che:

    I fatti riguardano degli accadimenti esterni e seguono le regole causali, mentre le norme imprimono ai fatti un modo di essere, pretendendo la comformazione dei cittadini

  • 2

    3.01 Il principio di frammentarietà significa che:

    il ricorso allo strumento penale deve essere improtnato all'extrema ratio, cioè devono essere puniti solo quei comportamenti che provocano un grave danno o pericolo per un determinato bene meritevole di tutela

  • 3

    3.02 Il principio di sussidiarietà significa che:

    si può ricorrere alle norme penali solo quando esse sono indispensabili poiché altri tipi di intervento sarebbero inefficaci per tutelare un determinato bene

  • 4

    3.03 L'illuminismo giuridico:

    poneva al centro del sistema penale l'esigenza che sia i fatti che le pene fossero predeterminate

  • 5

    4.01 La legiferazione mediante decreto legislativo in materia penale:

    è ammessa in quanto il Parlamento detta al Governo le linee guida (legge delega) per poter disciplinare determinate materia del diritto penale che richiedono un alto grado di tecnicismo.

  • 6

    4.02 I regolamenti comunitari in materia penale:

    vincolano il giudice interno, il quale in caso di contrasto dovrà disapplicare la norma interna a favore di quella comunitaria.

  • 7

    4.03 Le norme penali in bianco:

    soddisfano il principio di legalità in quanto il precetto viene disciplinato dal legislatore, mentre un atto di fote secondaria particolareggia il contenuto del precetto già individuato.

  • 8

    4.04 Il principio di legalità in materia penale espresso dagli articoli 25 cost e 2 c.p.:

    prevede che sia i fatti penalmente rilevanti che le pene devono essere espressamente e previamente previste dalla legge.

  • 9

    4.05 Il principio di legalità:

    subordina alla legge l'esercizio del potere

  • 10

    5.01 Il principio di tassatività:

    riguarda il momento di interpretazione della norma penale.

  • 11

    5.02 L'articolo 27 comma 1 cost. sancisce che:

    la responsabilità penale è personale.

  • 12

    5.03 Le fonti comunitarie in materia penale:

    in forza dell'articolo 10 Cost. sono efficaci anche per il diritto interno

  • 13

    5.04 La norma penale ha ad oggetto:

    la tutela di un valore di interesse pubblico

  • 14

    5.05 Le norme penali incriminatrici sono di stretta interpretazione e quindi:

    non vi è spazio per interpretazioni analogiche

  • 15

    5.06 In ossequio al principio di tassatività il giudice:

    deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia identico al fatto concretamente realizzato

  • 16

    5.07 Il principi di determinatezza:

    si ricava dall'articolo 1 c.p. nella parte in cui afferma che parla di "fatto espressamente preveduto dalla legge come reato".

  • 17

    5.08 Il principio di determinatezza costituisce un corollario del principio di legalità:

    poiché chiede che la legge nel prevedere un reato deve descrivere un fatto storico suscettivile di accadimento esteriore.

  • 18

    5.09 il principio di determinatezza si rivolge al:

    al legislatore, il quale nel legiferare in materia penale deve disciplinare dei fatti concreti di verificazione esterna e non meri propositi

  • 19

    6.01 L'analogia in bonam parte in materia penale:

    è ammessa solo con riferimento alle norme permissive che vanno a favore del reo

  • 20

    6.02 Il nostro codice penale aderisce:

    alla concezione formale del reato.

  • 21

    6.03 In diritto penale, con riferimento alla norme incriminatrici, l'analogia:

    è sempre vietata.

  • 22

    6.04 L'utilizzo dei decreti legge in materia penale:

    è consentito nella misura in cui ricorrano gli estremi dell'urgenza di cui all'articolo 77 cost. e gli stessi perdono efficacia quando non vengono convertiti in legge.

  • 23

    6.05 Nel rispetto deil principio di offensivitià:

    il legislatore deve individuare all’interno del catalogo costituzionale I beni oggetto di tutela e dunque disporre delle incriminazioni che effettivamente ledono o mettono in pericolo tali beni.

  • 24

    6.06 La riserva di legge in materia penale:

    è assoluta, nel senso che solo il Parlamento può emanare norme in matera penale.

  • 25

    6.07 Con riferimento alle norme penali più favorevoli al reo, il principio di irretroattività in materia penale:

    in deroga a tale principio si applica la sapravvenuta e più favorevole disposizione.

  • 26

    6.08 Coloro che sono contari all'analogia in bonam partem in materia penale sostengono che:

    essa non può mai trovare applicazione poste che si rischirebbe di disapplicare in modo arbitrario le norme incriminatrici in violazione del principio della certezza del diritto.

  • 27

    6.09 L'irretroattività in materia penale:

    rappresenta un principio corollario di quello di legalità, in quanto garantisce il reo che può essere punito da un legge penale solo per fatti successivi.

  • 28

    6-10 Ai sensi dell'articolo 14 prel., in materia penale l'analogia:

    è vietata

  • 29

    6-11 Per alcuni autori l'analogia in bonam partem:

    è ammessa con riferimento alle norme penali che sono favorevoli al reo.

  • 30

    7.01 Il principio di materialità non trova applicazione

    con riferimento all'applicazione delle misure di sicurezza in ordine alle ipotesi di cui agli articoli 49 e 115 c.p.

  • 31

    7.02 Il bene giuridico oggetto di tutela penale:

    deve avere un referente esplicito od implicito nella Costituzione, fungendo cosi da limite per il legislatore.

  • 32

    7.03 Il principio di materialità presuppone che:

    si possano incriminare solo fatti percepibili dai sensi.

  • 33

    8.01 Con la sentenza 42/1965 la Corte Costituzionale ha affermato che:

    ai fini della responsabilità penale non è sufficiente il mero nesso causale tra fatto e autore ma occorre anche un legame di natura psichica tra la condotta e le sue conseguenze

  • 34

    8.02 L'articolo 27 comma 1 cost. sancisce che:

    la responsabilità penale è personale

  • 35

    8.03 La responsabilità oggettiva è:

    una delle forme di imputazione della responsabilità penale previste dal nostro codice e consiste nel mero legame causele tra il fatto realizzato e l'autore dello stesso.

  • 36

    8.04 Ai sensi dell'articolo 27 comma 3 Cost. la pena deve essere finalizzata:

    alla rieducazione del reo.

  • 37

    8.05 Con le sentenze 364/1988 e 1085/1988 la Corte Costituzionale affermò:

    il principio della responsabilità personale e colpevole, per cui oltre al legame causale occorre che vi sia anche un legame psicologico, individutato quanto meno nella colpa, tra il fatto è l'autore del reato.

  • 38

    10.01 La legge penale abrogata:

    continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza se è più favorevole al reo.

  • 39

    10.02 L'articolo 2 comma 4 c.p. stabilisce che:

    se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono piu` favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile.

  • 40

    10.03 L'abolitio criminis riguarda:

    l'ipotesi in cui un fatto prima preveduto dalla legge penale come reato, non viene più previsto come tale da una legge posteriore.

  • 41

    10.04 Ai sensi dell'articolo 2 comma 1 c.p.:

    nessuno può essere punito per un fatto che secondo la legge del tempo in cui fu commesso non costituiva reato.

  • 42

    11.01 La legge penale entrata in vigore successivamente alla commissione del fatto illecito:

    si applica anche ai fatti puniti da una precedente legge penale se quest'ultima risulta più sfavorevole al reo e non vi è stata sentenza di condanna definitiva

  • 43

    11.02 In caso di abolizione della legge penale:

    se precedentemente vi è stata condanna, ne cessano gli effetti anche laddove vi sia stata sentenza passata in giudicato

  • 44

    11.03 In caso di modifica della legge penale:

    la sua applicazione trova un limite nel passaggio in giudicato della sentenza.

  • 45

    12.01 La modifica delle leggi penali interpretative:

    soggiace al regime della successione delle leggi penali nel tempo in quanto si tratta di norme che producono effetti penali

  • 46

    12.02 In tema di successione di leggi processuali penali:

    si applica la disciplina del temus regit actum, cioè quella della legge vigente al momento di applicazione della norma

  • 47

    12.03 L'articolo 133 c.p. riguarda:

    individuazione dei criteri cui il giudice deve tener conto nella commisurazione della pena, una volta accertata la sussistenza di un fatto di reato.

  • 48

    13.01 L'istituto dell'estradizione:

    mira ad assicurare la presenza del reo nel territorio dello Stato che intenda procedere penalmente contro di lui.

  • 49

    13.02 Il mandato di arresto europeo consiste:

    in una decisione giudiziaria emessa da una autorita’ di uno Stato membro dell’Unione Europea, denominato stato membro di emissione, in vista dell'arresto e della consegna di una persona da parte di altro Stato membro (denominato Stato membro d'esecuzione) al fine dell'esercizio di azioni giudiziarie in materia penale o dell'esecuzione di una pena o misura sicurezza privativa della libertà personale.

  • 50

    13.03 L'estradazione è esclusa:

    per i delitti politici nei confronti del cittadino o di chi gode lo status di rifugiato, ovvero quando vi è il rischio di applicazione della pena di morte.

  • 51

    13.04 Ai sensi dell’art. 6 c.p. il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando:

    l'azione o l'omissione che lo costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte ovvero si è ivi verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione

  • 52

    13.05 Il momento consumativo del reato coincide con:

    con il luogo deve si è svolta l'azione od omissione.

  • 53

    14.01 Le norme incriminatrici sono quelle norme che:

    istituiscono un obbligo, la cui violazione determina la commissione dell’illecito da cui deriva la necessaria risposta da parte dello stato, la pena.

  • 54

    14.02 Quando non è in grado di ricondurre un fatto ad una norma penale, il giudice:

    deve assolvere l'imputato perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

  • 55

    14.03 Durante l'interpretazione della legge penale, il giudice:

    deve verificare l'esatta identità tra il fatto descritto dalla norma e quello realizzato dall'imputato

  • 56

    15.01 L'ignoranza della legge penale è inevitabile quando:

    quando il soggetto per circostanze di natura oggettiva era impossibilitato a conoscere il contenuto della norma.

  • 57

    15.02 Le norme penali incriminatrici:

    stabiliscono un precetto.

  • 58

    15.03 L'articolo 56 c.p. rappresenta:

    una norma incriminatrici, la cui entita’ viene data dalla combinazione di due elementi, contenuti in due disposizioni diverse del codice.

  • 59

    15.04 Ai sensi dell'articolo 5 c.p., l'ignoranza della legge penale:

    non scusa salvo che si tratti di ignoranza inevitabile

  • 60

    16.01 Nel giudizio di tipicità il giudice:

    valuta l'esatta rispondenza tra il fatto concretamente realizzato e quello astrattamente descritto dalla norma incriminatrice

  • 61

    16.02 Nelle norme incriminartici a forma libera la condotta vietata:

    può essere di qualsiasi tipo, basti che sia causalmente idonea a cagionare l'evento tipico

  • 62

    16.03 Nelle norme incriminatrici a forma vincolata:

    il legislatore individua specificamente le condotte che intende perseguire

  • 63

    17.01 L'articolo 132-bis c.p. disciplina:

    la non punibilità per ipotesi di particolare tenuità del fatto.

  • 64

    18.01 Nelle norme interpretative suppletive:

    il legislatore indica il percorso interpretativo da seguire nell'interpretare la norma.

  • 65

    18.02 Nelle norme di interpretazione autentica:

    è il legislatore che diffidando di possibili errori interpretativi ne da il significato autentico ad una disposizione

  • 66

    19.01 Con riferimento alle cause di giustificazione, l'analogia in bonam partem è problematica:

    si, poiché c'è il rischio di minare il principio di tassatività, posto che la loro funzione è quella di disapplicare le norme penali.

  • 67

    19.02 L'articolo 14 delle preleggi stabilisce:

    il divieto di analogia in materia penale

  • 68

    19.03 L'analogia in bonam partem riguarda:

    la possibilità di ricorrere all'analogia con riferimento alle norme penali che vanno a favore del reo.

  • 69

    20.01 Con riferimento alle persone non imputabili che hanno commesso un reato, la pericolosità sociale:

    deve essere accertata caso per caso

  • 70

    20.02 La distinzione tra delitti e contravvenzioni:

    si ricava avendo riguardo alle conseguenze giuridiche previste dal legislatore per il singolo reato.

  • 71

    20.03 Lo scopo del diritto penale è:

    il contrasto al male sociale (il reato), in un ottica di prevenzione generale e non mera punizione del trasgressore (prevenzione speciale).

  • 72

    20.04 Per la legge italiana, il minore di anni 14:

    è sempre considerato incapace di intendere e di volere

  • 73

    20.05 L'imputabilità sussiste:

    se vi è sia la capacità di intendere che di volere.

  • 74

    20.06 L'imputabilità è un concetto:

    normativo, cioè disciplinato dalla legge e che non sempre coincide con quello naturalistico.

  • 75

    20.07 L'imputabilità riguarda:

    la capacità di intendere e di volere del reo.

  • 76

    20.08 La pericolosità sociale si fonda:

    in un giudizio prognostico circa la probabilità che il soggetto possa compiere altri reati.

  • 77

    20.09 La definizione di reato:

    è di natura formale e giuridica.

  • 78

    20-10 Le misure di sicurezza si applicano:

    ad un soggetto che abbia commesso un reato e che sia al contempo pericoloso.

  • 79

    21.01 L'ubriacchezza o l'intossicazione, quando sono croniche:

    escludono l'imputabilità, ma al reo possono applicarsi le misure di sicurezza laddove si tratti di un soggetto pericoloso.

  • 80

    21.02 Ai sensi dell'articolo 90 c.p., gli stati emotivi e passionali che escludono di fatto la capacità di intendere e di volere:

    non rilevano ai fini dell'esclusione dell'imputabilità

  • 81

    21.03 L'imputabilità del maggiore di 14 anni ma minore di 18:

    viene stabilita caso per caso

  • 82

    21.04 L'infermità mentale:

    esclude l'imputabilità se vi è una totale incapacità di intendere e di volere.

  • 83

    21.05 L'imputabilità del minore di anni 14:

    è sempre esclusa, nel senso che vi è una presunzione di legge in merito alla sua incapacità di intendere e di volere.

  • 84

    21.06 L'infermità totale dovuta all'assunzione di sostanze stupefacenti o ubriacchezza:

    non esclude l'imputabità, salvo che si tratti di stato di necessità o forza maggiore

  • 85

    22.01 La differenza tra imputabilità e capacità processuale sta nel fatto che

    la prima attiene alla capacità del reo nel momento della realizzazione del fatto mentre la seconda al momento dello svolgimento del processo.

  • 86

    22.02 La capacità a delinquere:

    va valutata con riferimento al fatto commesso dal reo, nonché alla sua capacità di realizzare nuovi reati nel futuro

  • 87

    23.01 Ai fini della configurazione di un reato occorre:

    che sussista un fatto, antiguiridico e colpevole

  • 88

    23.02 L'antigiuridicità attiene:

    al conflitto tra un fatto e una norma che lo vieta.

  • 89

    23.03 Gli elementi essenziali del reato sono:

    il fatto, l'assenza di cause che escludono l'antigiuridicità e la colpevolezza.

  • 90

    23.04 Il fatto:

    riguarda un accadimento storico

  • 91

    23.05 Con il termine struttura del reato si intende:

    l'insieme degli elementi essenziali per la configurazione del reato stesso

  • 92

    24.01 L'elemento oggettivo del reato è composto da:

    condotta, nesso causale ed evento (nonché l'assenza di elementi di esclusione dell'antigiuridicità, per i sostenitori della teoria bipartita).

  • 93

    24.02 Per la teoria tripartita, l'antigiuridicità:

    rappresenta un elemento assestante nella struttura del reato.

  • 94

    24.03 Per la teoria bipartita, l'antiguridicità:

    rappresenta l'insieme degli elementi negativi che non devono sussistere ai fini della configurazione del reato.

  • 95

    25.01 Ai sensi dell'articolo 40 c.p.:

    deve sussistere un rapporto di causalità tra l'evento e la condotta

  • 96

    25.02 Il nesso causale rappresenta:

    il rapporto di causa ed effetto tra la condotta e l'evento

  • 97

    25.03 Nei reati a forma libera:

    è tipica quella condotta idonea a produrre l'evento.

  • 98

    25.04 Ai sensi dell'articolo 40 comma 2 c.p., nei reati omissivi impropri la fonte dell'obbligo di attivarsi:

    in qualsiasi atto giuridico (legge, regolamento, contratto ecc.).

  • 99

    25.05 La condotta penalmente rilevante consiste:

    in un fare o un non fare (in un azione o un omissione)

  • 100

    25.06 Nei reati ommissivi, l'obbligo di tenere una determinata condotta:

    deve essere individuato in qualsiasi fonte giuridica