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diritto del lavoro Cangemi _ delia
  • delia tondo

  • 問題数 310 • 5/12/2024

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    問題一覧

  • 1

    2.1 01. Quale valore ha una convenzione dell'OIL

    Ha la natura di trattato internazionale e necessita perciò di ratifica da parte degli Stati membri

  • 2

    2.2 La Convenzione europea dei diritti dell'uomo

    È stata redatta nell'ambito del Consiglio d'Europa

  • 3

    2.3 Il contratto collettivo di diritto comune

    Non costituisce in senso stretto fonte del diritto

  • 4

    2.4 Gli usi aziendali

    Consistono nella reiterazione di un certo comportamento del datore di lavoro

  • 5

    2.5 Quali sono le fonti del diritto nel diritto del lavoro

    Fonti di diritto internazionale; Fonti di diritto europeo; Costituzione; Legge ordinaria e atti equiparati; Regolamenti; Legge regionale; Gli usi normativi

  • 6

    Trova il proprio fondamento nell'art. 39 Cost.

  • 7

    Trova il proprio fondamento normativo nell'art. 15 Stat. lav

  • 8

    3.3 Il criterio teleologico per individuare il carattere sindacale

    Implica che l’organizzazione deve avere quale fine la tutela di un interesse collettivo di lavoro che è di per sé antagonista rispetto a quello della controparte

  • 9

    3.4 Gli appartenenti alla Polizia di Stato

    Possono iscriversi solo a sindacati di categoria che possono rappresentare solo appartenenti alla Polizia di Stato

  • 10

    3.5 Le fonti della libertà sindacale

    È tutelata sia a livello internazionale, sia a livello europeo, sia nella Costituzione

  • 11

    4.1 Gli statuti del sindacato

    Devono prevedere un ordinamento interno su base democratica ai sensi dell'art. 39, seconda parte, Cost.

  • 12

    4.2 Il sindacato

    È, solitamente, un'associazione di diritto privato non riconosciuta

  • 13

    4.3 Il sindacato di categoria

    È la forma più diffusa di sindacalismo e aggrega in base alla categoria merceologica di svolgimento dell’attività

  • 14

    4.4 Il sindacato di mestiere

    Si sviluppa per meglio difendere gli interessi degli appartenenti alla medesima categoria professionale

  • 15

    4.5 Il sistema di finanziamento dei sindacati si basa

    Su quote associative, quote di servizi, altre entrate

  • 16

    5.1 I consigli di fabbrica

    Per volontà di CGIL, CISL e UIL, dopo l'entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori, corrispondono alle RSA di cui all'art.19 Stat. lav.

  • 17

    5.2 Il sindacalismo dei datori di lavoro

    Non si suddivide più di tanto per la posizione ideologica perseguita, ma secondo altri criteri

  • 18

    5.3 La struttura orizzontale del sindacato

    È basata su tre livelli: provinciale o comprensoriale; regionale; nazionale

  • 19

    5.4 La struttura verticale del sindacato

    È basata su quattro livelli: le strutture presenti nei luoghi di lavoro; livello territoriale; livello regionale; livello nazionale

  • 20

    5.5 Gli enti bilaterali

    Sono associazioni non riconosciute a composizione paritetica e costituiscono sedi privilegiate per la regolazione del mercato del lavoro

  • 21

    6.1 La maggiore rappresentatività del sindacato

    È data, secondo dottrina e giurisprudenza, da 1) equilibrata presenza in un ampio novero di categorie professionali; 2) diffusione sull’intero territorio nazionale; 3) esercizio continuativo dell’attività di autotutela di interessi collettivi nei confronti di diversi interlocutori; 4) effettiva capacità di influenza sull’assetto economico e sociale del Paese.

  • 22

    6.2 La rappresentatività sindacale ai fini della negoziazione collettiva

    Si basa sulla media semplice di due criteri: il criterio associativo, ricavato dai dati associativi riferiti alle deleghe relative ai contributi sindacali conferite dai lavoratori; Il criterio elettivo, ricavato dai dati elettorali ottenuti (voti espressi) in occasione delle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie

  • 23

    6.3 La sentenza 231/2013 della Corte costituzionale

    Ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell'art. 19, comma 1, lett. b), l. n. 300/1970, nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale possa essere costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie dei contratti collettivi applicati nell’unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla

  • 24

    6.4 La rappresentatività sindacale nell'art. 19, l. n. 300/1970

    Costituisce criterio selettivo per la costituzione delle RSA e l’accesso ai diritti sindacali del titolo III

  • 25

    6.5 La rappresentatività sindacale

    Indica la capacità del sindacato di rappresentare e tutelare l’interesse collettivo di un’ampia categoria di lavoratori senza distinzione tra iscritti e non iscritti

  • 26

    7.1 La rappresentanza sindacale unitaria

    È un organismo che viene costituito sulla base di un’elezione a suffragio universale tra tutti i lavoratori dell’azienda

  • 27

    7.2 La rappresentanza sindacale aziendale

    Può essere costituita ai sensi dell'art. 19, l. n. 300/1970 ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell'ambito delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell'unità produttiva o che abbiano partecipato alle relative trattative pur non sottoscrivendo il contra

  • 28

    7.3 Ai fini della costituzione di una rappresentanza sindacale aziendale in una unità produttiva

    Non rileva il consenso per la costituzione delle organizzazioni sindacali nel cui ambito vengono costituite le RSA, ben potendo il dirigente di RSA non essere iscritto al sindacato e appartenere a categorie professionali non rappresentate dal sindacato

  • 29

    7.4 Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

    È una figura disciplinata dagli artt. 47-50 del d.lgs. N. 81/2008, c.d. TU della salute e sicurezza sul lavoro e dall'art. 9, Stat. lav., oltre che dalla contrattazione collettiva, presente a livello territoriale o di comparto, aziendale o di sito produttivo

  • 30

    7.5 Le dimissioni dei componenti della RSU

    Se avvengono in numero superiore al 50% del totale dei componenti stessi comportano la decadenza della RSU

  • 31

    9.1 I sindacati di comodo

    Sono vietati dall'art. 17, Stat. lav., ma risultano protetti come associazione non sindacale dall'art. 18 Cost.

  • 32

    9.2 Il divieto di concessione di trattamenti economici discriminatori di cui all'art. 16 Stat. lav.

    Vieta i trattamenti economici aventi carattere discriminatorio ai sensi dell'art. 15, Stat. lav., anche qualora costituiscano altre utilità economicamente valutabili

  • 33

    9.3 Il divieto di comportamenti discriminatori di cui all'art. 15 Stat. lav

    Presenta una fattispecie strutturalmente aperta e solo teleologicamente determinata, individuando alcuni atti tipici, ma lasciando aperta la possibilità di ricomprendere anche altri atti o patti discriminatori non predeterminati

  • 34

    9.4 Il principio di libertà di attività sindacale riconosciuto dall'art. 14 Stat. lav.

    Incontra il limite della salvaguardia del normale svolgimento dell'attività aziendale, che seppur non esplicitato, è ricavabile in via interpretativa dall'art. 26, l. n. 300/1970

  • 35

    9.5 Il titolo II dello Statuto dei lavoratori

    Ribadisce l'operatività del principio di libertà sindacale anche nei luoghi di lavoro

  • 36

    10.1 Il diritto di assemblea

    Può essere convocata, singolarmente o collettivamente, dalla RSA, dalla RSU e dai singoli componenti della RSU

  • 37

    10.2 Il referendum

    Può essere indetto dalle RSA congiuntamente o dalle RSU all’interno dei luoghi di lavoro, ma fuori dall’orario di lavoro

  • 38

    10.3 I permessi sindacali

    Se retribuiti vanno richiesti in forma scritta al datore di lavoro almeno 24 ore prima

  • 39

    10.4 Il diritto ai locali

    Consiste, tra l'altro, nella messa a disposizione in maniera permanente nelle imprese con più di 200 dipendenti di un idoneo locale comune

  • 40

    10.5 Il diritto di affissione

    Consente l'affissione in appositi spazi presenti nei luoghi di lavoro pubblicazioni, testi e comunicati inerenti a materie di interesse sindacale e del lavoro

  • 41

    11.1 Il decreto emanato dal giudice ai sensi dell'art. 28 Stat. lav.

    Ha un duplice contenuto: ordina al datore di lavoro di cessare la condotta e di rimuoverne gli effetti

  • 42

    11.2 Il procedimento per condotta antisindacale ex art. 28 Stat. lav.

    Ha carattere di urgenza e a una prima fase a cognizione sommaria, alterna una seconda fase a cognizione piena

  • 43

    11.3 La condotta antisindacale

    Rileva in modo oggettivo, alla luce della sua potenziale idoneità a ledere i beni protetti, a prescindere da indagini circa l’elemento soggettivo, doloso o colposo, o la sussistenza di un animus antisindacale

  • 44

    11.4 Il procedimento per condotta antisindacale ex art. 28 Stat. lav.

    È posto solo a tutela della libertà sindacale, dell'attività sindacale e del diritto di sciopero

  • 45

    11.5 La condotta antisindacale

    Può essere attuata dal datore di lavoro o da dirigenti o preposti del datore di lavoro, che agiscono per conto di quest’ultimo esercitando in sua vece il potere imprenditoriale

  • 46

    12.1 Lo sciopero virtuale

    Consiste in una forma di protesta attuata svolgendo normalmente la prestazione lavorativa, ma con la differenza che la retribuzione percepita nelle giornate di sciopero verrebbe dai lavoratori stessi successivamente devoluta in beneficenza o per finanziare una campagna pubblicitaria sulle ragioni dello sciopero

  • 47

    12.2 L'esercizio del diritto di sciopero

    Determina la sospensione dell’obbligazione lavorativa e la correlativa perdita della retribuzione, ma continua a maturare l'anzianità di servizio

  • 48

    12.3 Il crumiraggio

    Consiste nella volontà di non scioperare e può essere diretto o indiretto (interno o esterno)

  • 49

    12.4 Lo sciopero politico

    È una libertà, ma qualora sia diretto a sovvertire l’ordinamento costituzionale o ad impedire od ostacolare il libero esercizio dei diritti o poteri nei quali si esprime la sovranità popolare costituisce reato

  • 50

    12.5 Il diritto di sciopero

    Costituisce uno strumento di partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese

  • 51

    13.1 Lo sciopero articolato

    Secondo la giurisprudenza, pur essendo legittimo, se la prestazione lavorativa non è proficuamente coordinabile all’interno della preesistente organizzazione produttiva, il datore di lavoro può legittimamente rifiutare la prestazione resa negli intervalli lavorat

  • 52

    13.2 La sentenza 711/1980 della Corte di Cassazione

    Ha affermato che il diritto di sciopero presenta limiti esterni, che possono derivare da norme che tutelino gli interessi primari che si pongono in piano prioritario o paritario con il diritto di sciopero

  • 53

    13.3 Lo sciopero di categoria

    Coinvolge una sola categoria merceologica

  • 54

    13.4 L'esercizio del diritto di sciopero nel settore privato

    Salvo che non sia previsto diversamente, non è soggetto a un termine di preavviso

  • 55

    13.5 Lo sciopero a singhiozzo

    Consiste in uno sciopero attuato attraverso un susseguirsi di brevi interruzioni e riprese del lavoro

  • 56

    14.1 I periodi di franchigia

    Individuano i periodi in cui l’astensione collettiva è vietata, per garantire il pieno esercizio dei diritti della persona costituzionalmente tutelati

  • 57

    14.2 L'individuazione dei servizi pubblici che rientrano nel campo di applicazione della l. n. 146/1990

    Si basa su una lista tassativa di diritti della persona costituzionalmente tutelati cui corrisponde una lista esemplificativa di servizi pubblici essenziali

  • 58

    14.3 Lo sciopero nei servizi pubblici essenziali

    Riguarda anche lavoratori autonomi, professionisti e piccoli imprenditori che incidano sulle funzionalità dei servizi pubblici essenziali

  • 59

    14.4 In caso di giudizio negativo sugli accordi contenenti l’individuazione delle prestazioni indispensabili

    La Commissione di Garanzia verifica la disponibilità delle parti di raggiungere un accordo su una sua proposta. Se la verifica non ha esito positivo, formula una provvisoria regolamentazione vincolante delle prestazioni indispensabili, delle procedure di raffreddamento e di conciliazione, nonché delle altre misure ritenute necessarie

  • 60

    14.5 Lo sciopero nei servizi pubblici essenziali

    Può essere esercitato con un preavviso di 10 giorni alle amministrazioni o imprese che erogano il servizio e all'autorità competente per la precettazione

  • 61

    15.1 La serrata

    Se posta in essere per fini contrattuali è una libertà

  • 62

    15.2 La serrata

    Consiste nella sospensione dell’attività aziendale con la chiusura, totale o parziale, dell’impresa e il contestuale rifiuto di accettare la prestazione di lavoro dei propri dipendenti e, specularmente, di corrispondere la retribuzione

  • 63

    15.3 Il datore di lavoro che attua una serrata

    Può incorrere in una duplice responsabilità contrattuale, sia quale debitore della retribuzione, sia quale creditore obbligato a cooperare all’adempimento della prestazione

  • 64

    15.4 La serrata di esercenti di piccole industrie e commerci, privi di dipendenti

    È solo impropriamente denominata serrata, costituendo di fatto un sciopero esercitato da lavoratori autonomi, come tale tutelato dall’art. 40 Cost.

  • 65

    15.5 La serrata di ritorsione

    Se adottata quale risposta a uno sciopero legittimo costituisce condotta antisindacale

  • 66

    17.1 Le tipologie di contratto collettivo sono

    Quattro: Contratto collettivo corporativo; Contratto collettivo prefigurato dall’art. 39 Cost.; Contratto collettivo recepito in decreto ai sensi della l. n. 741/1959; Contratto collettivo di diritto comune

  • 67

    17.2 La sentenza della Corte costituzionale 106/1962

    Ha sancito l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, l. 1027/1960 per contrasto con l'art. 39 Cost. nella parte in cui estende l'efficiacia del CCNL a tutti gli appartenenti alla categoria alla quale il contratto si riferisce, in maniera diversa da quella stabilita dal precetto costituziona

  • 68

    17.3 Il contratto collettivo di diritto comune

    Svolge tre funzioni: funzione normativa, di regolazione dei rapporti individuali di lavoro; funzione obbligatoria, ossia di regolazione del sistema di relazioni tra le parti sindacali; funzione gestionale

  • 69

    17.4 Le parti del contratto collettivo di diritto comune

    Sono tre: parte normativa, parte obbligatoria, parte economica

  • 70

    17.5 Le clausole di tregua sindacale

    Se contenute in contratti aziendali ai sensi del TU della rappresenza non hanno efficacia vincolante nei confronti dei singoli lavoratori ma solo nei confronti, oltre che del datore di lavoro, anche delle OOSS dei lavoratori.

  • 71

    18.1 L'art. 36, l. n. 300/1970

    Prevede l'inserimento nei capitolati di appalto attinenti all'esecuzione di opere pubbliche dell'obbligo per il beneficiario o appaltatore di applicare o di far applicare nei confronti dei lavoratori dipendenti condizioni non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi di lavoro della categoria e della zona

  • 72

    18.2 La c.d. Legge Vigorelli

    Ha delegato il Governo ad emanare decreti legislativi che recepissero i CCNL, al fine di assicurare minimi inderogabili di trattamento economico e normativo nei confronti di tutti gli appartenenti ad una medesima categoria

  • 73

    18.3 L'efficacia soggettiva del CCNL

    Di norma, è limitata ai soli lavoratori iscritti alle OOSS dei lavoratori che hanno stipulato il CCNL in virtù del principio della rappresentanza. La giurisprudenza e il legislatore hanno, però, cercato di estenderne l'ambito di applicazione

  • 74

    18.4 Il CCNL

    Si può applicare anche ai lavoratori non iscritti al sindacato stipulante, purché le parti vi abbiano prestato esplicita o implicita adesione

  • 75

    18.5 Gli artt. 2099 c.c. e 36 Cost.

    Sono stati utilizzati dalla giurisprudenza per estendere l’applicabilità dei minimi fissati dalla contrattazione collettiva anche a coloro che non sono iscritti alle OOSS stipulanti il CCNL, nonostante tali minimi non siano vincolanti per il giudice che può motivatamente discostarsene utilizzando altri criteri

  • 76

    19.1 La retroattività del CCNL

    Può operare, secondo la giurisprudenza, anche in senso peggiorativo per i lavoratori, con il solo limite dei c.d. diritti quesiti, ossia di quei diritti che sono già entrati a far parte del patrimonio del lavoratore

  • 77

    19.2 La forma del CCNL è

    libera

  • 78

    19.3 Il CCNL

    Ha una durata di tre anni per la parte normativa e di tre anni per la parte economica

  • 79

    19.4 L'ultrattività del CCNL

    Se prevista quale clausola del CCNL implica la prosecuzione dei suoi effetti dopo la scadenza, fino a che sia intervenuto un nuovo regolamento collettivo

  • 80

    19.5 L'interpretazione del CCNL

    Segue i canoni ermeneutici di cui agli artt. 1362 e ss. c.c. e non quelli previsti per la legge dall’art. 12 disp. prel. c.c.

  • 81

    20.1 In caso di successione di contratto collettivi nel tempo

    Il contratto individuale si adegua flessibilmente nel tempo al variare della disciplina collettiva che costituisce fonte eteronoma

  • 82

    20.2 Le clausole retributive di miglior favore stipulate a livello individuale

    Se stipulate per particolari meriti individuali, sopravvivono e si cumulano con i benefici derivanti dal nuovo contratto collettivo

  • 83

    20.3 Nel valutare il rapporto tra CCNL e contratto individuale

    Si segue il criterio del conglobamento, secondo il quale i contratti vanno raffrontati per istituti, ossia per insiemi omogenei di clausole

  • 84

    20.4 La derogabilità in melius del CCNL ad opera del contratto individuale

    È fondata sull'art. 2077 c.c. e sulla l. n. 741/1959

  • 85

    20.5 L'inderogabilità del CCNL ad opera del contratto individuale

    Vale solo in peius e trova un fondamento normativo negli artt. 2113 c.c. e 829 c.p.c.

  • 86

    21.1 La fissazione di limiti legislativi alla contrattazione collettiva

    È giustificabile solo in situazioni eccezionali, a salvaguardia di superiori interessi generali, e quindi con carattere di transitorietà

  • 87

    21.2 Il CCNL

    Può, di norma, derogare in melius le disposizioni di legge

  • 88

    21.3 Nel rapporto tra legge e CCNL si segue

    Si segue il criterio del cumulo, verificandosi un effetto di cumulo tra le clausole del contratto eventualmente migliorative rispetto alla legge con i trattamenti migliorativi derivanti dalla legge, senza procedere a compensazione

  • 89

    21.4 La regola generale dell’inderogabilità in peius e della derogabilità in melius della legge a opera del CCNL

    Subisce delle eccezioni

  • 90

    21.5 Il contratto di prossimità

    Consentono di derogare in peius alla legge in materie tassativamente individuate

  • 91

    22.1 I contratti di prossimità

    Operano anche in deroga alle disposizioni di legge che disciplinano le materie tassativamente individuate e alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro nel rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro

  • 92

    22.2 I contratti di prossimità

    Ha efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati a condizione di essere sottoscritte sulla base di un criterio maggioritario relativo alle associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale ovvero dalle loro rappresentanze sindacali operanti in azienda

  • 93

    22.3 Il contratto collettivo aziendale

    Se sottoscritto dalla RSA, ai sensi del Testo unico sulla rappresentanza, può essere soggetto a referendum dietro richiesta avanzata da almeno una organizzazione sindacale espressione di una delle Confederazioni sindacali firmatarie dell'accordo o almeno dal 30% dei lavoratori dell’impresa

  • 94

    22.4 Gli accordi collettivi gestionali

    Hanno un'efficacia generalizzata indiretta nei confronti dei lavoratori, attraverso l'esercizio del potere datoriale procedimentalizzato dall'accordo

  • 95

    22.5 Il contratto collettivo aziendale

    Nell'ambito del Testo unico sulla rappresenza ha efficacia erga omnes, tra l'altro, se stipulato dalla maggioranza dei componenti della RSU

  • 96

    23.1 L'accordo interconfederale

    È un contratto collettivo volto a definire regole generali che riguardano i lavoratori a prescindere dal settore merceologico di appartenenza

  • 97

    23.2 La struttura della contrattazione collettiva

    è articolata su quattro livelli: Accordo interconfederale; Contratto collettivo nazionale di lavoro; Contratto collettivo territoriale; Contratto collettivo aziendale

  • 98

    23.3 I rapporti tra Accordo Interconfederale e contratto collettivo

    Sono regolati dal principio di equiordinazione

  • 99

    23.4 Il rapporto tra CCNL e contratto aziendale secondo la giurisprudenza

    È regolato dalla effettiva volontà delle parti sociali e, pertanto, dalla maggiore prossimità, in ragione di una reciproca autonomia delle due discipline

  • 100

    23.5 Il rapporto tra CCNL e contratto aziendale negli Accordi interconfederali

    È regolato secondo il principio di competenza, avendo ciascuno dei due livelli specifiche caratteristiche e funzioni